giovedì 18 settembre 2008

Articolo per Europa Toscana di domani

Gli Under
Giovani: vogliamo essere protagonisti delle sfide
Generazione Democratica, presto i comitati promotori a livello locale


La scuola estiva del Partito democratico svoltasi a Cortona ci ha dimostrato che una nuova generazione politica (e non soltanto) è ormai molto più avanti di quanto la rappresentazione del dibattito interno al Pd spesso abbia modo di rendere conto. Quella quattro giorni ha lasciato molto in chi vi ha partecipato. Sui volti si leggevano tanti “finalmente”, ed il bisogno, oltre che di luoghi e momenti di formazione, di costruire (alla svelta) una dimensione sociale del nostro partito, occasioni di comunità, luoghi fisici in cui dare spazio al “fare politica”. Ogni qualvolta siamo stati nelle condizioni di lasciare spazio a questo, anche nel nostro piccolo, abbiamo visto davanti a noi, in carne ed ossa, la forza e la vivacità dell’idea di fondo per la quale il Pd è nato: dare all’Italia il partito perno di un nuovo sistema politico destinato a durare nei prossimi decenni, a contaminare storie, culture e orientamenti, a costruire una nuova identità “democratica”, senza ulteriori aggettivi. Tra i molti riferimenti mi piace ricordare l’iniziativa del 7 giugno scorso a Sesto Fiorentino, quando abbiamo avviato il percorso toscano di strutturazione del movimento giovanile. Il 17 e 18 ottobre prossimi saranno una nuova tappa molto importante in questo senso, per dare al Partito democratico una spinta ulteriore a guardare oltre il proprio ombelico. Attraverso le primarie nascerà infatti la nuova organizzazione giovanile del Pd, con il coinvolgimento di tutte quelle ragazze e i ragazzi italiani dai 14 ai 29 anni di età che vorranno avviare questa sfida straordinaria. In queste settimane verranno varati i comitati promotori a livello locale, insieme a una grande discussione sui temi del manifesto politico elaborato dal tavolo promotore nazionale; chiunque lo vorrà fare potrà emendare, correggere e arricchire la carta di identità di questo nuovo soggetto politico. Con le primarie eleggeremo delegati per le assemblee regionale e nazionale insieme al segretarionazionale, avviando la fase costituente a tutti i livelli. L’assemblea nazionale, che sceglierà il nome ed il simbolo della nuova “giovanile” alla sua prima seduta, avrà poi il compito di definire lo statuto e di completare la redazione del manifesto politico. A che serve, oggi, una giovanile di partito? Non serve certo una palestra di piccoli burocrati o di giovani-vecchi, ma un grande strumento di partecipazione politica e civile aperto alle contraddizioni e alle ansie del nostro tempo, a disposizione di tutti coloro che ne vorranno far uso. Sia chiaro, quei ragazzi che voteranno e si candideranno alle primarie non hanno intenzione di fare da scenografia per nessuno. Vogliono essere protagonisti delle sfide più importanti che li riguardano, e rappresentano un patrimonio da coltivare con saggezza per aiutare tutto il Pd a ricostruire un nuovo rapporto tra la politica e i cittadini a partire dalle prossime elezioni amministrative, nelle quali dovremo saper mettere a frutto lo sforzo di apertura e di rinnovamento che ha caratterizzato il Partito toscano fino dalla sua nascita. Il Pd ha bisogno di mettere radici profonde nella società italiana, e questo appuntamento è più importante di quanto potrebbe a prima vista sembrare. Se abbiamo bisogno di un “popolo”, chi oggi ha 14 anni, è nato nel 1994 e ha conosciuto soltanto la stagione bipolare della politica italiana ha davvero le carte in regola per dare a tutto il partito un contributo non soltanto in termini di freschezza, ma soprattutto la capacità di uno sguardo lontano, oltre i destini di questo o quel leader di turno.Uno sguardo in grado da una parte di incalzare una destra che parla di merito e taglia la scuola pubblica, cancellando il diritto a posizioni di partenza eguali per tutti e insinuando il germe della precarietà a partire dal maestro unico, ma dall’altra deciso a scuotere una sinistra troppo silenziosa davanti alle nuove sfide globali che attraversano il nostro tempo.
Né ex, né post. Semplicemente Generazione Democratica.

Patrizio Mecacci

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