"Noi giovani democratici non siamo già vecchi, e ve lo dimostreremo"
"I Giovani Democratici toscani stanno affrontando i loro primi mesi di vita. Stiamo costruendo i circoli locali con successo, con modalità diverse rispetto al passato. Siamo nelle nuove reti di comunicazione, e nei luoghi in cui vivono i nostri coetanei, dove studiamo e dove lavoriamo, sperimentando metodi innovativi di aggregazione e di partecipazione politica. Siamo la prima generazione “democratica”, senza altri aggettivi, e vediamo nel Partito Democratico la scelta di campo per i prossimi decenni della sinistra e del centrosinistra italiano.
Oggi entrano nelle fila del nostro movimento giovanile persone nate nel 1995, quando già era caduto il primo Governo Berlusconi, sulle rovine del muro di Berlino si organizzavano gite turistiche e in Italia nasceva l’Ulivo. Forse è per questo che non siamo stati notati nel dibattito nazionale del partito, perché abbiamo evitato di mescolarci con un confronto che invece di misurarsi sugli scenari di fondo e sui problemi che interrogano nel profondo la politica italiana di oggi è rimasto avvitato intorno ai personalismi o alle provenienze del passato. Troppo spesso abbiamo assistito a una richiesta di posizionamenti individuali, dove conta più con chi stai di quello che pensi. Sentiamo una distanza profonda tra le iniziative che mettiamo in campo, la nostra capacità di stare insieme anche nelle scelte più difficili e le criticità nazionali che invece hanno caratterizzato il primo anno di vita del Pd.
Adesso è il momento di cambiare pagina: per questo vorremmo un partito capace di parlare dei problemi reali del nostro paese, e ci battiamo tutti i giorni per costruirlo di realtà in realtà. Ci misuriamo nel territorio con un partito diverso da come lo si rappresenta, fatto molto spesso da nostri coetanei che si dedicano a questo con passione, altruismo e generosità. Pensiamo che a dover cambiare non sia soltanto la politica, ma che il problema delle classi dirigenti italiane sia molto più esteso, figlio di una chiusura corporativa che attraversa trasversalmente tutti i settori della rappresentanza, comprese le categorie economiche e sociali. Il rinnovamento non è circondarsi di una o due facce giovani e carine. Il rinnovamento è affermare una nuova generazione, in tutti i campi, con proprie storie e proprie idee. Mentre il movimento studentesco contro la Gelmini scandiva i suoi slogan contro i partiti e i sindacati siamo stati i primi, se non gli unici, ad aprire canali di confronto e di dibattito. La crisi economica colpisce per primi, spesso nel silenzio, migliaia di giovani precari che restano esclusi dai modelli classici di rappresentanza sociale e politica, e noi vogliamo essere il loro strumento, la loro voce. Dedichiamo il nostro tempo libero a questa sfida, e pensiamo che la politica possa essere vissuta con umiltà e responsabilità, al servizio degli altri e delle proprie idee.
A giugno saranno 210 i comuni al voto nella nostra regione, e molte province toscane cambieranno i propri rappresentanti. Lì misureremo se siamo già invecchiati, o se saremo stati in grado di portare qualcosa in più a tutto il Partito e alle nostre città. Non faremo da scenografia per nessuno. Noi saremo in campo, con la nostra faccia e le nostre idee. Perché la politica si fa nel rapporto concreto e continuo con le persone, nel vivo dei conflitti sociali, non nell’attesa di una chiamata dall’alto. Lo sappiamo bene, e faremo di tutto per dimostrarlo."
Patrizio Mecacci
Segretario giovani democratici toscani
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