mercoledì 14 aprile 2010

SALVARE VITE UMANE NON SIGNIFICA CONNIVENZA COL TERRORISMO













Cari e Care,

negli ultimi giorni avrete, senza dubbio, sentito parlare di quanto accaduto in Afgha-nistan a tre nostri connazionali, operatori di Emergency.

Non sto qui a dilungarmi sullo presunto perché dell’arresto (sequestro?). In estrema sintesi, sembra che i tre operatori italiani (Matteo Pagani Bonaiuti, Marco Garatti e Matteo Dell’Aira) siano collusi con il terrorismo.

Gravi accuse quelle rivolte ad una delle ONG più importanti, non solo del panorama italiano. Gravi affermazioni arrivano da un parlamentare della Repubblica Italiana, come Gasparri, che spara a zero su Gino Strada e l’operato di Emergency nel mondo.

Ancora più grave la posizione del Ministro degli Esteri italiano, Frattini, che ha im-mediatamente preso le distanze da Emergency, con lo scopo di non turbare i rapporti con Kabul e con le altre forze della coalizione, invece di chiedere spiegazioni al go-verno Karzai su quanto accaduto a tre cittadini italiani e di offrire loro protezione: cosa che ogni governo ha il buon dovere di fare.
Questo poi salvo ritrattare (come buona usanza di quello schieramento politico) ed affermare che l’Italia non ha abbandonato i suoi cittadini.

Questi signori hanno emesso la loro sentenza di condanna senza neanche aspettare la replica degli accusati, fatto grave, soprattutto per un Ministro degli Esteri, la cui pri-ma qualità dovrebbe essere la diplomazia e la prudenza.

Emergency è presente in tutti i più cruenti teatri di guerra del mondo, salvando vite umane di vittime innocenti; quando arrivano nuovi civili feriti all’ospedale di La-shkar-Gah non si chiede loro da quale parte stiano nel conflitto: gli operatori di E-mergency, rivendicando il loro essere indipendenti e super partes tra le fazioni in conflitto, curano la gente e salvano vite umane.

Proprio come previsto dal diritto umanitario di guerra: fornire cura ed assistenza me-dica senza discriminazione alcuna.
Lo scopo di Emergency e dei suoi operatori è quello di curare i feriti civili, senza chiedergli da quale parte stanno: all’ospedale di Lashkar-Gah si curano sia persone vicine ai Talebani sia soldati afghani; si accoglie e si cura (e possibilmente si salva la vita) a chiunque ne abbia bisogno.

Per tutti questi motivi chiedo ad ognuno di voi di sottoscrivere (e fare sottoscrivere) l’appello “IO STO CON EMERGENCY”.

Molti personaggi noti hanno già sottoscritto l’appello. Potete farlo anche voi andan-do su www.emergency.it cliccando sul link “firma l’appello”.

Cerchiamo, tutti insieme, di tenere alta la dignità e la reputazione di chi rischia la propria vita per salvare quella di altri.

Confido in un vostro impegno nel sottoscrivere e fare sottoscrivere l’appello “IO STO CON EMERGENCY”.

Un caro saluto!

Sara Caporaso
Responsabile Esteri
GD Toscana

1 commento:

Anonimo ha detto...

good start