venerdì 23 maggio 2008

La regione lavora per “sistemare” le professioni

da Europa Toscana di oggi
di Claudia Bonacchi, responsabile per le professioni Pd Toscana


Il 3 aprile scorso, nel convegno organizzato dal Partito democratico «Professioni e Riforme. Le proposte del Partito democratico per la Toscana e per l’Italia», l’assessore alle riforme istituzionali e al rapporto con gli enti locali, Agostino Fragai aveva illustrato, a Firenze, i contenuti
del documento programmatico preliminare al disegno di legge regionale in materia di professioni. Un intervento legislativo sul punto si è infatti reso necessario dopo che la corte costituzionale, con sentenza numero 405 del 23 novembre 2005, ha dichiarato l’incostituzionalità della legge regionale toscana 28 settembre 2004 n. 50. L’incontro di aprile fu l’occasione, oltre che per sottolineare l’interesse del Partito democratico verso il mondo delle professioni, per confermare, ancora una volta, la volontà dell’assessore Fragai di elaborare un testo normativo che fosse il risultato della partecipazione e del contributo concreto degli interessati. Un compito davvero non facile, se si considera l’eterogeneità dei soggetti del mondo delle professioni (si pensi solo alla distinzione tra professioni ordinistiche e non ordinistiche) cui la legge si rivolge. Il 16 maggio a Collesalvetti, a distanza di poco più di un mese dal convegno fiorentino, l’assessore Fragai ha presentato l’articolato del disegno di legge che ha fatto seguito al documento programmatico. Un incontro aperto, quello organizzato dalla regione, al quale hanno partecipato prima di tutto ordini professionali ed associazioni, ma dove hanno trovato spazio anche rappresentanti di sindacati e partiti politici, tutti invitati dall’assessore nella sede della “Fondazione Carmignani” con l’obiettivo di definire – con una procedura partecipata – i contenuti del disegno di legge prima della sua presentazione in giunta. Organizzati in quattro gruppi di lavoro, si è dibattuto sui temi principali introdotti dal disegno di legge: la commissione regionale delle professioni quale luogo di incontro e comunicazione continua tra amministrazione regionale e professioni; il fondo di rotazione per incentivare l’ingresso dei giovani e delle donne nelle libere professioni; la struttura multidisciplinare quale organizzazione permanente a supporto dei professionisti e degli utenti; il
riconoscimento di associazioni, fondazioni ed altre istituzioni di carattere privato da parte dell’amministrazione regionale. Al termine del dibattito, proposte e domande elaborate dai singoli gruppi sono state illustrate agli estensori del disegno di legge, con lo scopo di fornire argomenti di ulteriore riflessione e confronto prima della stesura definitiva. L’individuazione dei componenti la commissione regionale ed il loro avvicendamento, i criteri di validazione delle domande di accesso al fondo di rotazione e la sua estensione ai tirocinanti, la cui attività dovrebbe essere riconosciuta come attività lavorativa, le modalità di gestione della struttura interdisciplinare e prima ancora la sua composizione, i confini del riconoscimento di associazioni e fondazioni da parte della regione Toscana sono solo alcune delle problematiche emerse nel corso del dibattito. L’impegno dell’assessore Fragai è quello della stesura definitiva di un articolato che tenga conto dei contributi forniti in questa giornata di lavori, allo scopo di fare della legge regionale toscana un modello nella legislazione di settore. Per verificare sulla carta quale esito avranno avuto tali contributi, occorrerà attendere l’appuntamento che l’assessore ha in programma con gli stessi soggetti presenti a Collesalvetti, prima che l’articolato venga presentato in giunta. Per adesso, la legge regionale si può già considerare un modello per le forme partecipative con cui si sta svolgendo il suo iter legislativo.

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