Il Partito Democratico dovrà essere il Partito del Lavoro, del lavoro cambiato e frammentato a cui dare una nuova rappresentanza.
Discutiamone intorno ai gazebo, nelle Feste di partito, e dite la vostra anche qui.
Questo è un documento firmato da Sinistra Giovanile e Sindacato dei Pensionati Italiani CGIL della Toscana, presentato ad una iniziativa alla quale hanno partecipato tutte le giovanili de l'Unione. Si può anche aderire...basta lasciare un commento.
Per ridare stabilità e dignità al lavoro.
Per una nuova stagione di diritti e di tutele.
La profonda trasformazione conosciuta negli ultimi decenni dalla società e dal mercato del lavoro italiano impongono una ricostruzione del nostro sistema nazionale dei diritti e delle tutele. Il rischio è quello del sorgere di un conflitto generazionale tra chi oggi è tutelato e chi invece resta escluso da un sistema di diritti spesso rivolto al passato.
Questo nostro documento vuole andare nella direzione contraria.
Vogliamo promuovere un incontro tra le generazioni, per lanciare una risposta comune a questa sfida. L’affermarsi di nuove tipologie di lavoro flessibile ha suscitato una nuova e inedita domanda di rappresentanza dei giovani lavoratori alla quale sia la politica che le forze sociali non sono ancora state in grado di dare piena cittadinanza.
Con questo Documento avviamo una campagna tesa a dare voce a chi oggi non ce l’ha, cioè a chi sta fuori dai tradizionali luoghi di rappresentanza politica e sociale, soprattutto quindi, ma non solo, alle giovani generazioni.
Riforma del sistema pensionistico e riforma degli ammortizzatori sociali, accompagnate da una profonda ridefinizione del mercato del lavoro, sono questioni fondamentali da mettere al centro dell’azione di Governo, sulle quali proponiamo, con questo Documento, elaborazione e rivendicazioni comuni.
Ridare stabilità e dignità al Lavoro.
Con la deregolamentazione del mercato del lavoro degli scorsi anni, la politica e le forze sociali hanno oggi una responsabilità non più deferibile: quella di prosciugare le sacche di precarietà che affogano le speranze e i progetti di vita del nostro Paese.
La flessibilità deve essere l’eccezione, non la regola, così da divenire un’opportunità reale.
Per fare questo è necessario, in primo luogo:
- riconsiderare il lavoro a tempo indeterminato come la forma di lavoro normale, come affermato nella Finanziaria col taglio del cuneo fiscale;
- rendere la flessibilità più costosa del lavoro a tempo indeterminato, per scoraggiare l’uso della flessibilità a solo vantaggio delle imprese.
La precarietà non è solo l’unico rischio che incontrano i lavoratori; gli incidenti sui luoghi di lavoro sono una realtà drammatica nel nostro paese, che prolifera negli ambienti del Lavoro nero e del Caporalato, in vere e proprie aree di sfruttamento che connotano come illegale ben il 18% dell’economia nazionale.
Già alcuni importanti provvedimenti sono stati attuati in questo senso, in termini di inasprimento delle norme, regolarizzazione e recupero contributivo.
Occorre fare di più:
- varare il Testo Unico per la Sicurezza sui luoghi di lavoro;
- aumentare e potenziare numero e ruolo degli Ispettori e delle Forze dell’Ordine;
- portare alla luce e rendere definitivamente reato la pratica schiavistica del Caporalato;
- costruire politiche formative nelle scuole e nelle università sui temi della sicurezza, col concorso delle parti sociali e delle associazioni giovanili.
Per una nuova stagione di diritti e di tutele.
Per ridare dignità al lavoro e per dare la possibilità ai giovani lavoratori di costruirsi un futuro sicuro è necessario riformare gli ammortizzatori sociali, e quindi estendere i diritti di base come maternità, malattia, infortuni, a tutte le tipologie contrattuali esistenti, completando l’opera avviata in Finanziaria.
Dobbiamo sviluppare un solido sistema di Welfare locale, che faccia dei Centri per l’Impiego dei veri luoghi in cui si promuova buona e piena occupazione. Occorre una rete di tutele diffuse, personalizzate e territoriali, capace di seguire i lavoratori lungo tutta la loro carriera professionale e di facilitare il reinserimento della forza lavoro attraverso una Formazione professionale continua e aggiornata, per tutto l’arco della vita. Occorre una rete integrata di servizi territoriali che sostenga le persone e le famiglie nel diritto al lavoro e assicuri tutele per la non autosufficienza e le disabilità, finanziata attraverso un apposito fondo nazionale.
Siamo consapevoli della necessità di riformare il sistema pensionistico italiano per renderlo più adeguato ai mutamenti dell’organizzazione del lavoro e dei sistemi produttivi e al mutato quadro demografico, superando l’iniquo scalone ereditato e ripristinando la flessibilità dell’età pensionabile nel sistema contributivo, per garantire alle giovani generazioni un futuro pensionistico adeguato.
Serve in questo senso, però, contestualmente:
- certificare i lavori usuranti, ottemperando così ad un principio minimo di giustizia sociale, e ridurre i privilegi di alcune categorie oggi sovratutelate;
- per la dignità di milioni di pensionati italiani, garantire alle pensioni il loro potere di acquisto rivalutando le pensioni in essere, a partire da quelle più basse sostenute dai contributi lavorativi.
- dare soluzione strutturale al fenomeno degli incapienti (persone con redditi talmente bassi che non arrivano a pagare le imposte).
Le giovani generazioni rischiano di ritrovarsi pensioni misere, spesso proprio a causa della discontinuità della loro carriera professionale e dello scarso cumulo contributivo accumulato. In questo senso, siamo contrari ad una revisione dei coefficienti punitiva nei confronti dei giovani e delle pensioni più basse.
È necessario quindi promuovere e garantire
- una totalizzazione dei contributi vera e facilmente riscattabile;
- una copertura figurativa dei periodi di non lavoro;
- il riscatto ai fini pensionistici della laurea e dei titoli di studio.
Questa è una piattaforma aperta al contributo di tutte le realtà che vorranno concorrervi, e alla quale chiediamo fin da subito il sostegno dei cittadini e delle forze politiche e sociali di tutta la nostra Regione.
Per ridare stabilità e dignità al lavoro.
Per una nuova stagione di diritti e di tutele.
Firme
Alfio Savini, Segretario generale Spi-Cgil Toscana
Patrizio Mecacci, Segretario regionale Sg Toscana
Discutiamone intorno ai gazebo, nelle Feste di partito, e dite la vostra anche qui.
Questo è un documento firmato da Sinistra Giovanile e Sindacato dei Pensionati Italiani CGIL della Toscana, presentato ad una iniziativa alla quale hanno partecipato tutte le giovanili de l'Unione. Si può anche aderire...basta lasciare un commento.
Per ridare stabilità e dignità al lavoro.
Per una nuova stagione di diritti e di tutele.
La profonda trasformazione conosciuta negli ultimi decenni dalla società e dal mercato del lavoro italiano impongono una ricostruzione del nostro sistema nazionale dei diritti e delle tutele. Il rischio è quello del sorgere di un conflitto generazionale tra chi oggi è tutelato e chi invece resta escluso da un sistema di diritti spesso rivolto al passato.
Questo nostro documento vuole andare nella direzione contraria.
Vogliamo promuovere un incontro tra le generazioni, per lanciare una risposta comune a questa sfida. L’affermarsi di nuove tipologie di lavoro flessibile ha suscitato una nuova e inedita domanda di rappresentanza dei giovani lavoratori alla quale sia la politica che le forze sociali non sono ancora state in grado di dare piena cittadinanza.
Con questo Documento avviamo una campagna tesa a dare voce a chi oggi non ce l’ha, cioè a chi sta fuori dai tradizionali luoghi di rappresentanza politica e sociale, soprattutto quindi, ma non solo, alle giovani generazioni.
Riforma del sistema pensionistico e riforma degli ammortizzatori sociali, accompagnate da una profonda ridefinizione del mercato del lavoro, sono questioni fondamentali da mettere al centro dell’azione di Governo, sulle quali proponiamo, con questo Documento, elaborazione e rivendicazioni comuni.
Ridare stabilità e dignità al Lavoro.
Con la deregolamentazione del mercato del lavoro degli scorsi anni, la politica e le forze sociali hanno oggi una responsabilità non più deferibile: quella di prosciugare le sacche di precarietà che affogano le speranze e i progetti di vita del nostro Paese.
La flessibilità deve essere l’eccezione, non la regola, così da divenire un’opportunità reale.
Per fare questo è necessario, in primo luogo:
- riconsiderare il lavoro a tempo indeterminato come la forma di lavoro normale, come affermato nella Finanziaria col taglio del cuneo fiscale;
- rendere la flessibilità più costosa del lavoro a tempo indeterminato, per scoraggiare l’uso della flessibilità a solo vantaggio delle imprese.
La precarietà non è solo l’unico rischio che incontrano i lavoratori; gli incidenti sui luoghi di lavoro sono una realtà drammatica nel nostro paese, che prolifera negli ambienti del Lavoro nero e del Caporalato, in vere e proprie aree di sfruttamento che connotano come illegale ben il 18% dell’economia nazionale.
Già alcuni importanti provvedimenti sono stati attuati in questo senso, in termini di inasprimento delle norme, regolarizzazione e recupero contributivo.
Occorre fare di più:
- varare il Testo Unico per la Sicurezza sui luoghi di lavoro;
- aumentare e potenziare numero e ruolo degli Ispettori e delle Forze dell’Ordine;
- portare alla luce e rendere definitivamente reato la pratica schiavistica del Caporalato;
- costruire politiche formative nelle scuole e nelle università sui temi della sicurezza, col concorso delle parti sociali e delle associazioni giovanili.
Per una nuova stagione di diritti e di tutele.
Per ridare dignità al lavoro e per dare la possibilità ai giovani lavoratori di costruirsi un futuro sicuro è necessario riformare gli ammortizzatori sociali, e quindi estendere i diritti di base come maternità, malattia, infortuni, a tutte le tipologie contrattuali esistenti, completando l’opera avviata in Finanziaria.
Dobbiamo sviluppare un solido sistema di Welfare locale, che faccia dei Centri per l’Impiego dei veri luoghi in cui si promuova buona e piena occupazione. Occorre una rete di tutele diffuse, personalizzate e territoriali, capace di seguire i lavoratori lungo tutta la loro carriera professionale e di facilitare il reinserimento della forza lavoro attraverso una Formazione professionale continua e aggiornata, per tutto l’arco della vita. Occorre una rete integrata di servizi territoriali che sostenga le persone e le famiglie nel diritto al lavoro e assicuri tutele per la non autosufficienza e le disabilità, finanziata attraverso un apposito fondo nazionale.
Siamo consapevoli della necessità di riformare il sistema pensionistico italiano per renderlo più adeguato ai mutamenti dell’organizzazione del lavoro e dei sistemi produttivi e al mutato quadro demografico, superando l’iniquo scalone ereditato e ripristinando la flessibilità dell’età pensionabile nel sistema contributivo, per garantire alle giovani generazioni un futuro pensionistico adeguato.
Serve in questo senso, però, contestualmente:
- certificare i lavori usuranti, ottemperando così ad un principio minimo di giustizia sociale, e ridurre i privilegi di alcune categorie oggi sovratutelate;
- per la dignità di milioni di pensionati italiani, garantire alle pensioni il loro potere di acquisto rivalutando le pensioni in essere, a partire da quelle più basse sostenute dai contributi lavorativi.
- dare soluzione strutturale al fenomeno degli incapienti (persone con redditi talmente bassi che non arrivano a pagare le imposte).
Le giovani generazioni rischiano di ritrovarsi pensioni misere, spesso proprio a causa della discontinuità della loro carriera professionale e dello scarso cumulo contributivo accumulato. In questo senso, siamo contrari ad una revisione dei coefficienti punitiva nei confronti dei giovani e delle pensioni più basse.
È necessario quindi promuovere e garantire
- una totalizzazione dei contributi vera e facilmente riscattabile;
- una copertura figurativa dei periodi di non lavoro;
- il riscatto ai fini pensionistici della laurea e dei titoli di studio.
Questa è una piattaforma aperta al contributo di tutte le realtà che vorranno concorrervi, e alla quale chiediamo fin da subito il sostegno dei cittadini e delle forze politiche e sociali di tutta la nostra Regione.
Per ridare stabilità e dignità al lavoro.
Per una nuova stagione di diritti e di tutele.
Firme
Alfio Savini, Segretario generale Spi-Cgil Toscana
Patrizio Mecacci, Segretario regionale Sg Toscana
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